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Si comincia a parlare di Belpasso o Malpasso che dir si voglia, in un documento del 1305, custodito negli archivi vaticani, in cui si riporta il toponimo di Sancta Maria de Passu in territorio Paternionis apud Vallem Currentum, cioè, Santa Maria del Passo in territorio di Paternò nelle vicinanze di Valcorrente.

Il toponimo di Malpasso (Malupassu) derivava dalle caratteristiche della zona: passu indica, infatti, una zona con frequente passaggio, mentre malu, aggiunto all’inizio, si riferiva a luogo pericoloso e disagevole (dal latino malus) o, più probabilmente, alla presenza di alberi di mele (da malum) o secondo alcune versioni per la produzione del miele

L’attuale città di Belpasso è stata edificata dopo il terribile terremoto del 1693 che distrusse buona parte delle città della Sicilia orientale, “… a nord del piano Garofalo nelle terre di pertinenza del Duca di Montalto.” Dal palazzo dei baroni Bufali e delle altre famiglie pioniere del nuovo centro abitato, alle modeste costruzioni popolari, tutto venne realizzato utilizzando come materia prima la pietra lavica. Non solo gli edifici, ma anche i marciapiedi, i muri di contenimento e quelli di confine, i grandi portali o le semplici pietre d’angolo ed anche la via principale del nuovo paese, l’attuale via Roma. La città ha dato i natali ad illustri personaggi che si sono distinti in varie discipline umanistiche, scientifiche ed artistiche ed il fermento culturale belpassese non si è mai arrestato.

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